martedì 10 maggio 2011
Tonnellate di amianto nel pontino, lo sdegno della Di Marcantonio
La responsabile provinciale per Latina dell’Italia dei Diritti punta il dito
contro i veleni che contaminano il territorio:
“Due centrali nucleari, il Garigliano e una discarica a Foce Verde
stringono la nostra provincia in una morsa, speriamo non sia mortale”
Roma - “Il mesotelioma è un termine che potrebbe apparire pieno di poesia se non fosse collegato ad una delle malattie più infide contratte da coloro che per anni sono stati esposti all’amianto”. Comincia così il commento di Camelia Di Marcantonio, responsabile per la provincia di Latina dell’Italia dei Diritti, in risposta al primo studio sul territorio da parte del centro regionale amianto. Secondo una stima approssimativa tra Aprilia e Anzio sarebbero presenti seimila tonnellate e duecento chilometri quadrati della pericolosa sostanza.
“Nella nostra provincia – afferma la Di Marcantonio - per anni si è trascurato il fatto che alcune delle multinazionali presenti sul territorio, in realtà, hanno avvelenato lentamente i lavoratori che in quelle industrie operavano”.
“La normativa italiana è ancora carente rispetto alle malattie correlate all’esposizione dell’absesto, termine con cui si indica scientificamente l’amianto”. Secondo la referente locale del movimento presieduto da Antonello De Pierro la proposta di legge, depositata dal Partito di Rifondazione Comunista, per una mappatura completa e rimozione totale dell’amianto, giunge a proposito, per riempire un vuoto normativo italiano.
“La speranza – continua la Di Marcantonio – è che l’iniziativa della sinistra non sia il solito spot elettorale e che continui, ad urne chiuse, il prossimo 17 maggio”.
A sentire le testimonianze delle famiglie dei lavoratori, ex Goodyear e Fulgorcavi, si viene a conoscenza di una vita di traversie tra ambulatori ed ospedali, fino all’evento tragico. “Un evento tragico che – incalza l’esponente dell’Italia dei Diritti – lascia sola la famiglia anche di fronte ad una giustizia che non dà risposte in positivo ai congiunti dei deceduti d’amianto”. I diritti negati agli esposti all’amianto sono stati portati a Strasburgo, presso la sede della Corte di Giustizia Europea, lo sottolinea la Di Marcantonio che precisa: “Le censure mosse dalla Corte all’Italia sono rimaste fino ad oggi lettera morta”.
“Il problema dell’amianto si aggiunge ai già tanti veleni della nostra provincia, due centrali nucleari, il Garigliano e una discarica traboccante a Foce Verde – conclude la referente locale – stringono la nostra provincia in una morsa, speriamo non sia una morsa mortale”.
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mercoledì 6 aprile 2011
A Sermoneta 140 cassaintegrati, la Di Marcantonio attacca
La responsabile per la provincia di Latina dell’Italia dei Diritti:
“E’ sconfortante l’insensibilità sulle questioni occupazionali mostrata dal
governo locale e centrale”
Latina – “La sconfortante insensibilità mostrata sulle questioni occupazionali dal governo locale riflette la stessa indifferenza del governo centrale su simili questioni vitali”. Si pronuncia così Camelia Di Marcantonio, responsabile per la provincia di Latina dell’Italia dei Diritti, davanti alla sorte dei centoquaranta dipendenti della Corden Pharma di Sermoneta, oggi in cassa integrazione straordinaria e con una procedura di mobilità aperta.
Una fase di stallo che rispecchia la più ampia realtà nazionale: “Basti pensare al settore del fotovoltaico - puntualizza la referente pontina - messo in bilico nonostante rappresenti una fonte occupazionale di grande dimensioni”.
La Di Marcantonio tuona: “Il silenzio delle istituzioni su questi temi fa rivivere il preludio della riorganizzazione del partito fascista. Al governo non interessa indebolire l’economia del paese provocando una cospicua perdita di posti di lavoro, anche perché - incalza - di pari passo alla crisi occupazionale il Parlamento ha provveduto ad abrogare il comma sulla riduzione dei costi del venti per cento sulle auto blu”.
La referente del movimento fondato da Antonello De Pierro è lapidaria: “Situazioni simili a lungo andare non saranno più accettabili, potrebbe seguire una vera rivoluzione”.
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martedì 22 marzo 2011
A Latina ospedale allagato, la Di Marcantonio chiede tutela dei malati
La responsabile cittadina dell’Italia dei Diritti punta il dito contro il
mondo dell’edilizia pontino, reo di non tener conto delle esigenze del territorio
Latina – Il maltempo dei giorni scorsi ha messo ko l’ospedale Santa Maria Goretti del capoluogo pontino, allagando il reparto di radioterapia e medicina nucleare. Non cerca alibi la responsabile per Latina dell’Italia dei Diritti, Camelia Di Marcantonio: “Bastano tre giorni di piogge e la conta dei danni è così alta tanto da parlare di stato di calamità, ma non è il maltempo il problema, bensì la mancata attuazione di politiche preventive”. La Di Marcantonio tira in ballo il mondo dell’edilizia nella pianura pontina, che non tiene conto delle esigenze del territorio. “Un esempio tra molti è, appunto, l’ospedale Santa Maria Goretti: il padiglione ‘Porfiri’ si trova a livello della strada, ma per sottoporsi ad alcuni esami specifici bisogna scendere addirittura nel piano sottostante”. Non si tratta di un’eccezione circoscritta alla sola struttura ospedaliera: “Sono molti i garage, pubblici e privati, ad essere edificati sotto il livello della strada, ed ogni volta che il maltempo imperversa i danni sono ingenti. Il colmo - continua l’esponente del gruppo extraparlamentare - è che si continui a costruire ancora in questo modo”.
Poiché i macchinari per la radioterapia, situati all’interno del reparto allagato, sono fuori uso, e la riparazione potrebbe richiedere tempi lunghi, i pazienti oncologici verranno dirottati presso il nosocomio Regina Elena di Roma per proseguire i cicli di radioterapia. La responsabile del movimento fondato da Antonello De Pierro si interroga sulle immediate conseguenze di questo stop forzato del reparto pontino, che si ripercuoteranno sulle liste d’attesa: “Già prima per prenotare questa tipologia di esami bisognava aspettare mesi, se non anni. Non oso immaginare ora quale ulteriore rallentamento subiranno le prenotazioni. La situazione è catastrofica”.
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lunedì 21 marzo 2011
A Latina presunti rifiuti tossici in discarica, Di Marcantonio allarmata
La responsabile provinciale dell’Italia dei Diritti :“ Non è concepibile: o sono smaltimenti tossici o non lo sono. Le possibilità di analizzarli le abbiamo, mi domando perché ciò non venga fatto”
Latina – All’interno della discarica di Borgo Montello, frazione del Comune di Latina,. sarebbero stati gettati anni fa molti dei 10500 fusti contenenti scorie velenose trasportati dalla Zenobia e provenienti dalle aziende chimiche europee. A rivelarlo un pentito di camorra, le cui parole avrebbero trovato riscontro in un rinvenimento nel 2005. L’enigma però oggi è tutto nella presunta autodistruzione del materiale durante il recupero. Stando al sostituto procuratore, a causa del disfacimento dei fusti, non sarebbe possibile analizzarne il potenziale tossico. Non stimabili quindi anche i danni e la veridicità o meno del pericolo corso dagli abitanti.
“Io condivido – interviene Camelia Di Marcantonio, responsabile per la provincia di Latina dell’Italia dei Diritti - le perplessità avallate da Candido De Angelis, senatore Fli. Ѐ un mistero. Rimane assurdo che la Procura della Repubblica possa dare una spiegazione del genere. Non è concepibile: o sono smaltimenti tossici o non lo sono. Le possibilità di analizzarli le abbiamo, mi domando perché ciò non venga fatto. Io credo – prosegue l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro - che siano altre le motivazioni di questo silenzio, suppongo ci sia voglia di nascondere i fatti per meri motivi economici. Condivisibile lo sdegno che si presenta alla notizia che dopo 20 anni questi rifiuti non si possano analizzare, è palese che non voglia essere fatto”.
Il Comune della cittadina laziale pare però essersi attivato in merito, col sostegno della Regione dovrebbero partire degli scavi al fine di comprendere quali sostanze e materiali vi siano oggi all’interno della discarica di Borgo Montello. “ Numerose – dichiara la Di Marcantonio - sono le cause civili intentate da persone che hanno chiesto il risarcimento danni perché ammalate, qualcuno deve pur assumersi delle responsabilità. Abbiamo già dato, non solo vogliono nascondere i fatti di Borgo Montello ma c’è in previsione la costruzione di nuovi impianti e a distanza di pochi km, Borgo Sabotino, viene indicata – chiosa preoccupata l’esponente di Latina dell’Italia dei Diritti - come possibile sito per centrali nucleari da realizzare”.
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