giovedì 29 luglio 2010
Centrale atomica a Latina, per la Di Marcantonio è l’ennesimo errore politico
La responsabile per la provincia di Latina dell’Italia dei Diritti: «Il Governo mostra scarsa sensibilità nei confronti di un territorio già duramente colpito dalla precedente esperienza nucleare»
A volte ritornano. Come nel più classico dei film horror, proprio quando il peggio sembra passato, la tragedia si abbatte sugli sventurati protagonisti. È il lontano 26 novembre 1986 quando la centrale atomica di Latina si spegne per l’ultima volta. A partire dal 2011 nella stessa zona potrebbe tornare il «nucleare di nuova generazione».
«Il territorio non ha ancora finito di pagare i danni della precedente esperienza nucleare – commenta Camelia Di Marcantonio, responsabile provinciale di Latina dell’Italia dei Diritti –, il tasso di mortalità per tumori e il tasso di incidenza di malattie della tiroide nella regione, e nella provincia in particolare, è nettamente più alto che nel resto d’Italia».
E proprio i dati sull’incidenza di tumori e malattie correlate sono le uniche risorse a disposizione del fronte del no al nucleare nella provincia. I criteri stabiliti dal Governo, infatti, non lasceranno alcun margine di intervento agli enti locali. Nemmeno quelli alle prese con situazioni difficili. «Abbiamo già abbastanza problemi di inquinamento per via della discarica di Borgo Montello – continua l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro – come se non bastasse, arriva una nuova centrale atomica. Che succede, si sta facendo finta che non sia mai accaduto nulla?».
Si accende la polemica politica – e per ora solo quella – su una questione evidentemente complessa: «Perfino il governatore del Lazio Renata Polverini aveva promesso che non avrebbero riaperto una centrale nucleare a Latina – continua la Di Marcantonio – evidentemente ha prevalso la volontà del padrone, di Silvio Berlusconi».
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Chiamare il Presidente del Consiglio "padrone", credo che qualifichi già di per se Camelia Di Marcantonio, che ci asfissia con eco-terroristiche litanie..
RispondiEliminaNon ne possiamo più dei "NO" a tutto comunque e sempre!
"NOI" vogliamo il NUCLEARE!..
http://www.wikio.it/article/nucleare-prestigiacomo-applaude-wwf-diventa-interesse-189797082
E per inciso preferirei di gran lunga le scorie radioattive in casa, piuttosto che avere uno pseudo-ambientalista alla porta.
Con queste verdi "giostrine" siete riusciti a creare un paese sottosviluppato, arretrato.
Il territorio stà ancora pagando i "VOSTRI" di "danni". 284 miliardi di euro ci costano queste "LITANIE"!
Le energie alternative? Il riscaldamento globale? L'ambientalismo?
Eccolo qui:
http://www.wikio.it/article/energie-alternative-global-warming-carbon-company-204410395#news204410395
Piero Iannelli
pieroiannelli@gmail.com
Un incremento delle patologie alla tiroide e un assestamento dei valori relativi alle leucemie e ai tumori della mammella.
RispondiEliminaSono i primi dati emersi dal lavoro dell'osservatorio epidemiologico regionale, attraverso l'attività della Asl RME, per monitorare lo stato di salute delle popolazioni in prossimità delle ex centrali nucleari di Borgo Sabotino e del Garigliano. Questi dati, secondo lo studio della Asl RME, sono spalmati su tutto il territorio provinciale e quindi verranno approfonditi con particolare riferimento alle zone dove sono presenti i siti nucleari di Borgo Sabotino e del Garigliano. È quanto emerso nell'audizione in commissione sanità della Regione, richiesta dal consigliere regionale pontino del gruppo misto, Fabrizio Cirilli. La commissione, presieduta da Luigi Canali, ha ascoltato il responsabile del dipartimento di epidemilogia della Asl RME, il dott. Forastiere. Il programma, realizzato grazie ad un articolo presentato in finanziaria regionale proprio da Cirilli, è effettuato in collaborazione con la Asl di Latina e Arpa Lazio. Esso prevede che siano analizzati, tramite il registro dei tumori di Latina, alcuni casi particolari di tumore: alla mammella, alla tiroide e del sangue (le leucemie). La prima fase dello studio sarà chiusa nei prossimi mesi, quando saranno disponibili i primi risultati definitivi. In quella sede saranno nuovamente convocati i responsabili del dipartimento di epidemiologia della Regione per avere una quadro più chiaro sulla situazione dell'area in questione. In sostanza si vuole accertare se esistono correlazioni tra le patologie tumorali di cui sono affetti i residenti dei territori su cui grava la presenza di siti nucleari in dismissione, e le centrali stesse.
http://www.aamterranuova.it/article3166.htm
Caro Piero,
RispondiEliminaAltre litanie le puoi trovare girando decine di quotidiani in oline se ti divertono.