lunedì 15 febbraio 2010

Italia dei Diritti lancia allarme su aumento tumori a Latina


Camelia Di Marcantonio, responsabile provinciale del movimento: “Tempo fa è stato effettuato uno studio sull’incidenza tumorale nel territorio pontino. Vogliamo che vengano resi noti i risultati”.

“Ci uniamo all’impegno di tutte le forze politiche e delle tante associazioni ambientaliste, affinché ripropongano nei prossimi mesi il Referendum antinucleare e chiedano agli italiani se hanno cambiato idea rispetto al ‘No’ espresso nel 1987”. Interviene così Camelia Di Marcantonio, responsabile per la provincia di Latina dell’Italia dei Diritti, sulla questione inerente al nucleare, tornata d’attualità in quest’ultimo periodo. “Il rinvio a dopo le elezioni regionali - continua l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro - delle scelte riguardanti i siti destinati a ospitare le centrali fa capire come il Governo abbia già preso delle decisioni, di cui teme i contraccolpi elettorali”. Sul sito nucleare di Borgo Sabotino, chiuso nel 1988, la Di Marcantonio appoggia l’iniziativa del consigliere regionale Fabrizio Cirilli, il quale recentemente è tornato a chiedere i risultati dello studio epidemiologico volto ad accertare l’incidenza di malattie tumorali nel territorio del capoluogo pontino. Studio iniziato quattro anni fa, di cui, allo stato attuale dei fatti, non si ha notizia.

giovedì 11 febbraio 2010

Nuove centrali nucleari a Latina, il no della Di Marcantonio


La responsabile provinciale dell’Italia dei Diritti si pronuncia contro la possibile riapertura degli impianti pontini dismessi

Latina, 11 febbraio 2010 - “Noi cittadini di Latina abbiamo già dato, il nostro prezzo lo abbiamo già pagato.” Questo l’amaro commento di Camelia Di Marcantonio, responsabile per la provincia di Latina dell’Italia dei Diritti, dopo l’approvazione del decreto legislativo contenente i criteri per la localizzazione dei nuovi impianti nucleari, che verranno realizzati a partire dal 2013. Anche se per l’individuazione definitiva delle aree bisognerà aspettare circa tre mesi, tra i possibili siti figurano le centrali dismesse di Borgo Sabotino e del Garigliano. “Siamo in molti ad opporci - continua la Di Marcantonio - per diversi motivi, in primis la salute. Negli anni, infatti, abbiamo riscontrato una grande percentuale di cittadini malati di cancro e molte donne hanno avuto problemi di patologie tiroidee, siamo tra le aree italiane più colpite dalle disastrose conseguenze del nucleare”. Anche se le istituzioni rassicurano la cittadinanza, la Di Marcantonio rincara: “Perché non sfruttare le energie alternative, come ad esempio il fotovoltaico, considerando che entro il 2011 siamo obbligati a raggiungere un determinato livello di produzione energetica nel rispetto delle direttive comunitarie. Le stesse istituzioni - conclude l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro - dovrebbero impegnarsi a svolgere un’opera di sensibilizzazione così da sventare le pericolose conseguenze a carico degli abitanti di queste zone”.